
Dal GNL al Bio-GNL: un’infrastruttura pronta per la transizione sostenibile
Un investimento che guarda al futuro
La transizione energetica richiede infrastrutture capaci di evolversi, non solo di essere sostituite.
Il GNL (gas naturale liquefatto) rappresenta oggi una base solida verso il passaggio al Bio-GNL, il suo corrispettivo rinnovabile prodotto dal biometano.
Grazie alla compatibilità fisico-chimica tra i due combustibili, ogni nuovo impianto GNL costruito oggi può essere riconvertito per carburanti rinnovabili (AGGIORNATO), limitando la necessità di nuovi investimenti infrastrutturali [1][2].
Un vantaggio strategico che rende il GNL una tecnologia “future-ready”, già pronta per la seconda fase della transizione energetica.
Un settore in rapida evoluzione
Dal 2019 al 2024, la capacità di importazione di GNL in Europa è aumentata di oltre il 30 %, passando da circa 170 miliardi di metri cubi a oltre 225 miliardi di metri cubi [1][3].
Oggi sono operativi più di 25 terminal e altri 7 sono in costruzione in Germania, Italia, Francia e Paesi Bassi.
Parallelamente, cresce la produzione di Bio-GNL, un carburante rinnovabile ottenuto dal biometano liquefatto a –162 °C, che può essere immesso nella stessa rete del GNL.
Secondo analisi di settore, entro il 2030 il Bio-GNL potrebbe coprire fino al 15-20 % dei consumi attuali di GNL [4]; tuttavia — secondo la Commissione Europea — la disponibilità di biomassa sostenibile sarà limitata a circa 46 Mtoe per tutti i trasporti nel 2030, lasciando spazio competitivo tra settori [5]
Due carburanti, un’unica rete
Dal punto di vista tecnico, il Bio-GNL
e il GNL tradizionale sono chimicamente identici, composti in prevalenza da metano (CH₄) [6].
Questa caratteristica consente di utilizzare la stessa rete infrastrutturale
— serbatoi, condotte, pompe e sistemi di distribuzione — senza modifiche sostanziali.
In pratica, una stazione di rifornimento o un terminal costiero progettati per il GNL possono già oggi ricevere e distribuire Bio-GNL, diventando così “Bio-GNL ready”.
Il processo produttivo si integra perfettamente nella filiera esistente:
il biometano, ottenuto da scarti agricoli e reflui organici, viene raffreddato fino a –162 °C per essere trasformato in Bio-GNL e poi immesso nella stessa rete logistica del GNL fossile.
In linea con le indicazioni europee [7], le nuove infrastrutture dovranno però integrare sistemi di monitoraggio delle emissioni di metano e garanzie d’origine digitali per accedere ai meccanismi di sostegno comunitari.
Dal 2022 al 2025 in Europa sono entrati in funzione oltre 90 impianti di Bio-GNL e diversi terminal GNL hanno già avviato sistemi di co-stoccaggio e distribuzione mista [8].
Questa interoperabilità consente di ammortizzare gli investimenti e accelerare la transizione verso carburanti rinnovabili nei trasporti pesanti e marittimi.
Benefici ambientali e competitivi
Il Bio-GNL può ridurre fino al 90-100 % delle emissioni nette di CO₂ rispetto al gas fossile, ma solo quando prodotto da feedstock certificati e in impianti con cattura del metano residuo [9][10]
Nei trasporti pesanti, le emissioni di particolato diminuiscono fino al 90 %, mentre quelle di ossidi di azoto si riducono di circa il 70 % [9].
L’uso di infrastrutture esistenti, inoltre, permette di limitare le nuove costruzioni e abbattere i costi ambientali legati ai materiali e alla logistica.
Questa compatibilità infrastrutturale si traduce in vantaggi economici e ambientali per operatori, industrie e territori:
- riduzione del rischio di obsolescenza degli impianti;
- valorizzazione delle risorse locali;
- crescita della filiera del biometano e dei carburanti rinnovabili.
Verso un sistema energetico integrato
Il GNL non è un punto di arrivo, ma un ponte verso il Bio-GNL.
Ogni nuovo terminal o stazione GNL può diventare parte di una rete rinnovabile a lungo termine, purché integrata con la decarbonizzazione dei trasporti e la mitigazione del metano
La sfida è ora sviluppare modelli di integrazione tra la produzione di biometano, la liquefazione e la distribuzione, creando un sistema energetico capace di garantire sicurezza, competitività e sostenibilità.
Una rete da ottimizzare nel presente, per alimentare un futuro a emissioni zero.
Fonti:
[1] Gas Infrastructure Europe (GIE) – GIE’s New EU LNG Map is out! (2024) e LNG Database.
[2] European Commission – DG Energy – Quarterly Report on European Gas Markets, Volume 17, Issue 4 (Q4 2024).
[3] S&P Global Commodity Insights – European LNG Infrastructure Report 2024.
[4] Gas Infrastructure Europe (GIE), European Biogas Association (EBA), NGVA Europe, SEA-LNG – Fuelling clean mobility with bio-LNG (2022).
[5] SEA-LNG – Mid-Year Market Review (2025).
[6] International Council on Clean Transportation (ICCT) – Renewable LNG in Europe: Comparing bio, synthetic, and fossil LNG marine fuels in the European Union (2022)
[7] Gas Infrastructure Europe (GIE) – BioLNG Development Status in the EU (2023).
[8] International Energy Agency (IEA) – Outlook for Biogas and Biomethane (Second Edition, 2025)
[9] European Biogas Association (EBA) – Bio-LNG and Sustainable Transport Report 2024